E così scoprii quanto mi piace il cazzo pt.1

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E così scoprii quanto mi piace il cazzo pt.1
Premessa: sono eterosessuale. Mi sono sposato e ho avuto diverse donne nella mia vita. Anche se questa storia pone seri dubbi sulla mia sessualità.
La storia di quando scoprii quanto mi piace il cazzo.
Risale al tempo in cui ero studente; era estate e con Roberto stavamo preparandoci per il primo esame universitario: Eravamo soli a casa sua, due sedie, un tavolo, e due libri di biologia. Indosso soltanto gli slip, perché non c’erano condizionatori. Dopo ore di studio, interrogazioni vicendevoli, ripassi vari, Roberto si alzò per andare a prendere due birre nel frigorifero.
Quando tornò era nudo, con le due bottiglie in mano e… con il pisello dritto.
Avevamo sempre parlato di ragazze e di quanto ci piacessero e, anche se lui la ragazza non l’aveva e io si, non avevo mai dubitato della sua sessualità, così non mi misi in testa strane idee. Sorrisi: “ beh, e che t’ha preso? Pensavi a Laura? “
“Si e non lo tenevo più costretto nelle mutande”. Si sedette accanto a me e riprendemmo a studiare. Ogni tanto lo sguardo mi cadeva tra le sue gambe, vicinissime alle mie. Aveva un cazzo lungo, dritto come un tubo, liscio, con una venatura sul dorso, con la cappella quasi completamente coperta dal prepuzio. E forse cominciavo a guardarlo un po’ troppo spesso, perché rispondevo distrattamente alle sue domande sulla biologia. Forse mi piaceva guardarlo?, cominciai a chiedermi tra me e me. Non sapevo darmi una risposta ma so soltanto che quando si alzò indugiai sul suo fisico asciutto, sulle sue natiche lisce e glabre e – ancora una volta – sul suo cazzo eretto e quando si rimise gli slip, sentii di provare una sorta di strana delusione.
In programma per la serata avevamo un cinema distensivo, poi saremmo tornati a casa sua, dove avrei dormito per continuare a studiare il giorno dopo.
Il film che avevamo scelto era “Il fiore delle mille e una notte”, di Pasolini. Durante la proiezione mi successe una cosa sorprendente. C’erano molte scene di nudo, femminile e maschile ed era la prima volta che sul grande schermo mi trovavo ad assistere a scene di nudo maschile frontale. Mi sorpresi – quando apparivano un uomo e una donna entrambi nudi, a guardare soltanto l’uomo,a fissare lo sguardo sul cazzo e ad ogni scena successiva attendevo con desiderio un nuovo nudo maschile. Più di quello femminile. Verso la fine si vede un uomo che nuota nell’oscurità; quando arriva nei pressi della riva e sta per sollevarsi, mi sorprendo a desiderare che appaia completamente nudo; desiderio esaudito: è nudo e il pisello viene mostrato abbondantemente. Esce dall’acqua e comincia a camminare sulla spiaggia, seguito dalla telecamera, dal mio sguardo compiaciuto e… dalla mia erezione! La scena dura a lungo e concede numerose inquadrature della nudità, frontale e di schiena, poi l’uomo si cala in uno strano antro sotterraneo che si rivela una stanza nella quale giace su di un letto un ragazzo , anch’esso nudo. E la mia eccitazione aumenta, ce l’ho durissimo.
Durante il ritorno a casa di Roberto, dove avrei dormito per poter proseguire gli studi il giorno successivo, ero silenzioso, pensando all’incredibile effetto che la nudità maschile aveva prodotto in me. C’entrava forse quella precedente di Roberto? Ma quella non mi aveva provocato alcuna eccitazione, soltanto una prolungata curiosità… In casa, dopo, mi sedetti in soggiorno per fumare, mentre Roberto si spogliava per andare a letto: dalla poltrona sulla quale ero seduto potevo vederlo chiaramente; rimasto in slip, attendevo con ansia il momento in cui se li sarebbe tolti. Ma non lo fece, sdraiandosi sul letto e augurandomi la buonanotte. Ebbene si, mi sentivo deluso. Ma poco dopo, mentre stavo alzandomi per andare a coricarmi nella stanza attigua, Roberto si inarcò sul letto, infilò i due pollici sotto l’elastico degli slip e con un movimento che mi sembrò lentissimo, li sfilò facendo uscire a poco a poco il suo cazzo bellissimo. Si, bellissimo. Perché è così che mi appariva. Mi risedetti, confuso e compiaciuto, con lo sguardo fisso su quello splendido cilindro di carne maschile.
“Ma… mi piace il cazzo?”, continuavo a ripetermi. Cosa mi è preso oggi? Intanto rimanevo lì, senza muovermi e continuavo a guardarlo esplorando le sensazioni che mi provocava quella visione. Ed erano tutte piacevoli, senza dubbio. “E adesso che faccio? Me ne vado a dormire, o…”Naturalmente optai per la prima soluzione ma quando passai davanti alla sua stanza indugiai a lungo con lo sguardo fisso tra le sue gambe, reprimendo un desiderio che si era fatto acuto: quello di guardarlo da vicino, di toccarlo, per capire cosa avrei provato. Vinsero la vergogna e l’imbarazzo e passai oltre.
Dopo un’ora in cui mi rigiravo nel letto senza prender sonno, con la mente attraversata da tutte quelle immagini, nudi maschili, primi piani di piselli e soprattutto quella del cazzo di Roberto, una forza misteriosa mi sollevò dal letto. Come in ipnosi mi diressi lentamente verso la stanza di Roberto; la porta era aperta e lui giaceva sempre nudo e supino, con il cazzo semieretto e piegato da un lato, che scopriva le palle sode, con un rafe mediano perfettamente disegnato e la cappella semicoperta: ne rimasi incantato, era bellissimo. Indugiai un poco su quella visione e poi mi avvicinai, inginocchiandomi a i piedi del letto per avvicinare il viso al suo gioiello: adesso era vicinissimo. Ebbi un’erezione così forte che mi sfilai gli slip e cominciai a toccarmi mentre adoravo con gli occhi quello splendido pisello. Poi, inevitabilmente, la mia mano passò dal mio cazzo al suo, prima sfiorandolo, poi accarezzandolo e dopo prendendolo tutto in mano. Sensazione fantastica: era caldo, liscio, setoso, di consistenza morbida e dura allo stesso tempo e stava ingrossandosi rapidamente, fino a divenire durissimo. Abbassai il prepuzio, scoprendo una cappella rosea, piena, scolpita, lucida, che portò i miei sensi all’eccitazione massima; non capivo più niente se non il mio incredibile piacere, non l’avrei mollato mai, sentirlo in mano era meraviglioso, non mi ponevo più domande, ero soltanto consapevole di quanto mi piacesse, lui continuava a dormire ma anche se si fosse svegliato l’avrei pregato di lasciarmi fare.
Feci una cosa che se me l’avessero detta il giorno prima avrei preso per un’assurdità: avvicinai le labbra fino a poggiarle sulla punta della cappella e lo baciai. Il contatto del cazzo sulle mie labbra fu come una scossa elettrica di eccitazione, stavo quasi per venire; cominciai a fare scorrere la mia bocca su tutta l’asta, fino alle palle, più fresche, e poi di nuovo su, me lo poggiavo sulle guance, su tutto il viso, me lo godevo tutto… cominciai a leccarlo tutto e alla fine dischiudere le labbra e farlo scivolare in bocca fu la cosa più naturale del mondo.
Ce l’avevo in bocca. Un cazzo nella mia bocca. Ed era la cosa più piacevole, più bella che avessi mai provato. Altro che la fica, che sembra una ferita ed ha un sapore acre. Il sapore del cazzo è tutta un’altra cosa, il sapore del cazzo è fantastico. Presi a succhiarlo godendo immensamente, fino a quando Roberto si svegliò. Mi sembrò che dicesse, con la voce impastata di sonno, “finalmente ce l’hai fatta..” ma ero così eccitato che forse me l’ero sognato ed il sogno continuava perché avvertii la sua mano sui capelli che mi accarezzava piano e mi guidava. Salii sul letto e mi chinai per continuare a succhiare quella meraviglia, avvicinando il mio cazzo alla sua bocca che quasi immediatamente lo fece suo: il contatto con la sua lingua mi fece venire immediatamente. Ma – cosa insolita – dopo l’eiaculazione il cazzo continuava a rimanermi duro tanta era l’eccitazione, tanto mi piaceva, tanto era il godimento di sentire che a Roberto era piaciuta la mia sborra, perché un po’ ne aveva ingoiata ed il resto lo stava leccando e questo mi rese come folle, la volevo anch’io la sua sborra, ne volevo sentire il sapore, l’odore, la consistenza. “Vienimi in bocca, ti prego”, gli sussurrai. Quelle parole gli fecero effetto: fiotti interminabili di crema di latte si riversarono nella mia bocca e sul mio viso, portandomi all’estasi e facendomi venire di nuovo nella sua bocca.
La sua sborra era divina, dolce e profumata, sapeva di muschio e di maschio; la feci rimanere a lungo nella mia bocca e poi la ingoiai tutta. Ne volevo ancora, ero insaziabile. E impazzito. “ Mi piace il cazzo, oh come mi piace il cazzo, mi piace il tuo cazzo, gli uomini nudi mi fanno impazzire, voglio il cazzo, solo il cazzo, dimmi che me lo darai ogni volta che te lo chiedo” “ A me è sempre piaciuto il cazzo”, mi rispondeva quieto Roberto, “stamattina ti ho spiato mentre facevi la doccia ed oggi mi sono denudato sperando che un poco piacesse anche a te, la mia erezione era perché te lo guardavo continuamente sotto gli slip. Io sono gay, sono sempre stato gay. Tu forse no ma che ti piaccia il cazzo sembra non ci siano dubbi. ”
“Siii” risposi, “mi piace il cazzo, oggi al cinema mi sono piaciuti tutti. Ed erano proprio tanti, tutti quei cazzi nudi.. e volevo vederne sempre di più, volevo che ogni attore apparisse nudo” Continuavamo a parlare mentre ci accarezzavamo, non mi piaceva solo il cazzo ma il suo corpo tutto, provai un piacere intenso nel carezzargli il culo. “ Ti ho portato a veder quel film apposta, io lo avevo già visto.
Alla fine mi addormentai con il suo cazzo in mano.
Al risveglio la prima cosa che vidi fu il suo cazzo. Eretto. Ci misi qualche secondo per realizzare cosa avevo fatto la notte appena trascorsa. Ma non ci fu tempo per la vergogna, anzi, la visione di quel cazzo mi rese felice. Felice di poterlo guardare nudo, di poterlo toccare come e quando volevo, ce l’avevo lì, a disposizione, potevo farne ciò che volevo; mi avvicinai per sentirlo sul viso, sulle guance, sulle labbra, presi a baciarlo, a mordicchiarlo, a leccarlo e ridevo, avere un cazzo così bello tutto per me mi riempiva di gioia e mi riempiva la bocca…
La mia voglia di cazzo era insaziabile, non mi stancavo mai di tenerlo in mano, lo guardavo sempre, mi eccitava tantissimo, non c’era paragone con il piacere che mi davano le donne, la cappella del cazzo di un uomo è sublime. Lo svegliai facendolo venire nella mia bocca. Ancora quel sapore, ancora quel profumo.
Quello di maschio, quello che amo di più.

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