Nicola – Capitolo sei
Capitolo sei
Nic ed io eravamo arrivati veramente vicino all’orgasmo prima che Robbie ci raggiungesse, così capii che non sarebbe passato molto prima che passassi il punto di non ritorno. Anche Robbie si stava avvicinando rapidamente a quel punto, ed il suo sacco era contratto e si preparava alla liberazione. Aveva abbassato la testa e le spalle sul letto, senza dubbio aveva gli occhi chiusi, tutto il suo corpo si stava contorcendo di eccitazione e si lamentava rumorosamente. Nel frattempo Nic mi stava leccando e carezzando l’asta da maestro, facendomi avvicinare sempre più al limite. Avrei voluto gridare di piacere, ma la mia bocca era colma dell’attrezzo di Robbie e riuscii solo ad emettere un lungo lamento di soddisfazione.
“Ragazzi, esploderò!” Sentii Robbie gridare un istante prima di cominciare, onda dopo onda, a sparare il suo dolce succo d’uomo nella mia gola. Io ingoiai tutto, le mie labbra gliene munsero dell’altro, poi sentii il mio sperma esplodere. Non fui in grado di avvertire Nic, ma lui rispose rapidamente alla mia eiaculazione avvolgendo le labbra alla base della mia asta e succhiando con forza mentre entravo nella sua calda bocca aumentando l’estasi del mio orgasmo.
Quando finì Nic fece scivolare la mia virilità esausta fuori della sua bocca. Io alzai la bocca dal cazzo di Robbie e vidi della sborra che gocciolava sopra la sua pancia. Mi sdraiai sul letto accanto a Robbie, doppiamente esausto, poi sentii Nic arrampicarsi su di me e pigiare le sue labbra sulle mie labbra. Gli restituii il bacio, il gusto salato del mio sperma si mescolò a quello di Robbie.
Quando le nostre labbra si staccarono, girai la testa e guardai Robbie. Il suo torace si alzava ed abbassava e lui stava crogiolandosi nel post orgasmo. Poi vidi che stava guardandoci con un ghigno furbesco sulla faccia: “Quando finirete?” Disse.
Nic gli sorrise: “Diamine, abbiamo solo cominciato.”
Il ragazzo rise e si alzò a sedere: “Bene, penso che questo voglia dire che me ne devo andare!” Scherzò.
“Non te ne devi andare ancora.” Gli dissi, ansioso di tentare di esplorarlo ulteriormente.
“No, credo che sia il caso di lasciarvi soli per un po’” Respirò profondamente e si alzò.
“Allora, come sono andato?” Gli chiesi.
Lui si girò a guardarmi: “Oh, direi di darti un sette.” Io alzai le sopracciglia. “Ok, forse un otto” Aggiunse ghignando. Poi si girò e si diresse verso la porta. “Voi due ora divertitevi.” Disse da sopra la spalla: “Ma cercate di essere un po’ più quieti questa volta, ok?”
“Lo saremo!” Promise Nic.
Robbie uscì dalla stanza accarezzandosi distrattamente il pene molle, ma poi rispuntò da dietro l’angolo e disse seriamente: “Grazie Gianni, è stato veramente grande.”
“Di niente.” Gli dissi. Lui mi fece l’occhiolino e sorrise, poi andò nella sua stanza, un giovane felice e soddisfatto.
Nic rotolò lontano da me, nel punto caldo dove era stato sdraiato Robbie.
“Mi spiace!” Gli dissi dopo un po’.
Lui girò la testa per guardarmi: “Per cosa?”
“Per aver lasciato che Robbie si intrufolasse fra di noi ed aver ceduto alle sue richieste. Capisco come ha dovuto essere strano per te.”
“Ehi, è tutto ok!” Lui mi assicurò. “Era un po’ strano, ma è stato figo. Ed inoltre era un po’ ingiusto che noi ci dimenticassimo di lui. E sembra che fosse completamente figo anche per lui.” Rimase silenzioso per un po’. Poi disse con un sorriso birichino: “Sai, mentre ti guardavo andare giù così su di lui… voglio dire, quando tu andrai a casa domani, forse lui ed io…”
“Non pensarci nemmeno!” Gridò Robbie dal corridoio facendoci morire dalle risate.
”Stavo scherzando!” Gridò Nic, poi scivolò giù dal letto ed andò alla porta. “Penso che forse dovremmo chiudere la porta.” Disse forte.
“Buona idea!” Replicò Robbie. Nic chiuse silenziosamente la porta, poi ritornò al letto e si sdraiò accanto a me. Mi si accoccolò vicino ed io sentii il suo uccello duro colpirmi la gamba.
“Penso di doverti un favore.” Gli dissi carezzandogli i capelli con la destra mentre facevo correre la sinistra sul suo fianco e sulla schiena.
“Non devi.” Bisbigliò: “Hai già succhiato un ragazzo stasera.”
“Sì, ma non eri tu; metti il tuo uccello sulla mia faccia prima che debba costringerti.”
Lui rise, poi io mi spostai sul letto ed appoggiai la testa contro la testata dove c’erano due cuscini. Nic si mise in posizione per fottermi la faccia, a gambe divaricate sopra il mio torace e le mani appoggiate alla testata del letto dietro di me. Si avvicinò ulteriormente, io presi il suo cazzo e lo guidai negli ultimi centimetri verso il suo obiettivo. Quando la sua cappella toccò le mie labbra dissi: “Fallo selvaggiamente, Nic. Non trattenerti!”
“Se dici così!” Rispose allegramente, poi spinse in avanti le anche penetrando la mia bocca e spingendo il suo uccello dritto in fondo alla mia gola. Lo estrasse fino alla punta, poi spinse di nuovo, prendendo rapidamente il ritmo. Io muovevo la lingua intorno al la sua asta mentre lui pompava dentro e fuori ed io aiutavo le sue spinte afferrandogli le natiche e tirandolo avanti ed indietro. Guardare il suo pene scomparire e riappare pochi centimetri sotto il mio naso, vedere il suo bello stomaco abbronzato con addominali definiti e l’ombelico grazioso davanti ai miei occhi, mi fece impazzire e mi resi conto che ce l’avevo di nuovo eretto e grondante abbondante liquido pre seminale. E più duro mi diventava, più disperatamente volevo dargli piacere e sentire la sua eiaculazione nella mia gola.
Presto le sue spinte divennero sempre più veloci e più forti, ed un gemito sfuggiva dalle sue labbra ad ogni spinta. Stava diventando realmente selvaggio, proprio come gli avevo detto di fare, e tutto il suo corpo sembrava stesse partecipando al suo fottermi la faccia. Sentii le sue ginocchia stringermi i fianchi mentre provava a roteare le anche e contemporaneamente mi pompava, sentii le sue natiche stringersi e schiudersi sulla punta del mio dito, sentii le sue palle schiaffeggiarmi il mento ogni due secondi. Poi i suoi lamenti divennero gutturali e più intensi ed i suoi movimenti divennero ancora più veloci e più frenetici. Io strinsi le labbra intorno alla sua asta mentre lui pompava nella mia bocca come se non ci fosse un domani.
Quando il suo orgasmo si avvicinò, alzò il corpo in modo da essere sopra di me e pompare verso il basso, di conseguenza dovetti inclinare indietro la testa ed ora stavo fissando il suo torace bronzo oro. Lo vidi sforzare mentre la sua respirazione diveniva più rapida ed affannosa, i suoi muscoli si contraevano deliziosamente mentre lo faceva. Perline di sudore si formarono lentamente sui suoi pettorali e gocciolarono sul suo stomaco.
Quando la velocità delle sue spinte aumentò, rinunciai ai tentativi di solleticargli con la lingua il cazzo che scivolava dentro e fuori della mia bocca, e lo lasciai pompare godendo del suo gusto forte ed eccitante. Sentii la sua asta diventare ancora più dura e capii che si stava avvicinando il suo orgasmo, allora strinsi con le dita il suo sedere mentre lui stringeva con forza le natiche, poi con un grido primitivo d’estasi pura esplose nella mia bocca, sparando forte e velocemente, onda dopo onda di sperma caldo che volava giù nella mia gola. Io ingoiai rapidamente la sborra del colpo iniziale, l’azione mi fece stringere la gola e così la punta del suo attrezzo che eruttava mi solleticò il fondo della bocca.
“Oh ragazzi!” Lo sentii lamentarsi mentre continuava a sparare scariche di latte di uomo nella mia gola: “Oh Dio sì! Cazzoo è magnifico.” Io continuavo a succhiarlo mentre lui continuava a pompare estraendo fino all’ultima goccia del suo sperma dal suo uccello. Anche quando il suo pene cominciò ad ammorbidirsi, io lo tenni avvolto con le labbra e succhiai, carezzandolo con la lingua fradicia di sperma. Sentii le sue labbra toccare i miei capelli e cominciò a baciare la mia testa mentre io continuavo a succhiargli l’uccello. Potendo avrei tenuto la sua virilità nella mia bocca per sempre, tanto era il mio amore per la sensazione del suo cazzo nella mia bocca ed il suo sapore sulla mia lingua.
Alla fine aprii la bocca e gli permisi di estrarlo, lui scivolò in giù sul mio corpo sdraiandosi completamente su di me. Senza parlare abbassò il viso al mio e mi baciò, questa volta trovò il sapore del suo sperma quando spinsi la mia lingua nella sua bocca. Feci correre le dita tra i suoi lunghi capelli mentre ci baciavamo. Poi ci separammo e lui posò la sua testa sul mio torace, i suoi capelli mi solleticavano la pelle. Sentivo il suo torace salire e scendere con forza.
“È stato incredibile…” Disse piano dopo un po’: “Avevo dimenticato quanto fosse bello.”
“Felice di essere al tuo servizio.” Gli dissi.
A quel punto lui dovette sentire la mia erezione colpire il suo culo, alzò la testa guardandomi negli occhi e chiese: “Vuoi incularmi?”
Mi ero dimenticato di averlo di nuovo duro e la sua domanda me lo fece diventare ancora più duro.
“Mi piacerebbe fotterti…” Risposi: “Naturalmente se sei d’accordo.”
“Sì, sono d’accordo.” Poi sorrise ed aggiunse: “Infatti è da quella notte al campo estivo che ci sto pensando. Ed voglio farlo; voglio che tu faccia l’amore con me.”
Il mio cuore si sciolse alle sue parole. Mi stava proponendo veramente di completare la nostra relazione inculandolo. Non era necessario pensarci; poteva esserci solamente una risposta.
“Io voglio fare l’amore con te, Nic più di qualsiasi altra cosa al mondo. Lo sogno fin dal campo estivo.”
“Cosa stiamo aspettando?” Disse con un sorriso, poi rotolò via e si sdraiò sulla schiena accanto a me. Io salii su di lui a gambe divaricate sulle sue, con la mia erezione di pietra che continuava a pulsare. Gli allargai le gambe il più possibile, poi afferrai la mia asta e la puntai verso il suo sedere.
“Rilassati.” Lo calmai carezzandogli il sedere con la sinistra mentre la destra stringeva il mio cazzo. Mi abbassai lentamente sopra di lui, sentii la punta del mio pene toccare il suo buco, poi spinsi piano. Lui dapprima mi resistette ma, una volta che si fu abituato alla strana sensazione di un cazzo all’ingresso del sedere, i suoi muscoli gradualmente si rilassarono ed io feci scivolare la testa del mio pene dentro di lui. Era una sensazione incredibile la strettezza del suo buco intorno al mio uccello e spinsi ulteriormente dentro. Lo sentii lamentarsi, lo sentii stringere ancora, il suo sedere che spremeva il mio cazzo.
“Tutto ok?” Gli chiesi.
“Uh uh.” Mormorò. “Non fermarti.”
Allentò un poco ed io spinsi ulteriormente dentro fino a che metà del mio pene non fu seppellito nel suo sedere.
“Siamo a metà.” L’informai.
“Che strana sensazione.” Disse lui.
“Strana buona o strana cattiva?”
“Strana buona. Veramente strana buona.” Sentii il piacere nella sua voce, così spinsi ancora più dentro. Il suo sedere era caldo intorno al mio cazzo ed intensificava il mio godimento. Il solo scivolare dentro di lui mi portò veramente vicino ad un orgasmo e dovetti lottare duramente per non eiaculare prima di averlo penetrato completamente.
Finalmente, probabilmente dopo un paio di minuti da quando avevo cominciato, spinsi l’ultimo centimetro del mio pene palpitante dentro di lui, sentii le mie palle toccare le sue.
“Sono dentro.” Gli annunciai ansando. Non mi mossi per un po’ per dagli tempo di abituarsi alla sensazione della mia asta di quindici centimetri dentro di lui e per darmi tempo di sentire come assolutamente sensazionale sentirmi completamente seppellito nel culo del mio innamorato.
Dopo un po’ tempo lui girò la testa e bisbigliò: “Non trattenerti. Fallo selvaggio.” Ed io lo feci.
Cominciai lentamente, consapevole che quella per lui era la prima volta che veniva inculato. Pompai cautamente, pressoché tirandolo fuori fino alla punta per poi farlo scivolare dentro. Colavo grande quantità di pre eiaculazione e questo mi aiutò a scivolare dentro e fuori più facilmente. Dopo un po’ chiusi gli occhi e mi lasciai andare, concentrandomi sulle sensazioni incredibili che fluivano nel mio corpo dal mio cazzo. Non avevo mai fatto niente del genere ed era veramente stupendo al punto che mi trovai a corto di fiato.
Mentre lo inculavo facevo correre le mani sulla sua schiena, sui fianchi e sul bel sedere, tracciando ogni curva del suo delizioso corpo. Poi gli dissi di alzare un po’ le anche e, quando lo fece, feci scivolare le mani intorno alla sua vita ed afferrai il suo uccello. Aveva raggiunto la massima lunghezza per essere stato strofinato sul materasso sotto di lui, avvolsi ermeticamente le dita intorno al suo pene e cominciai masturbarlo con forza.
In pochi minuti mi trovai vicino alla mia liberazione e dagli aneliti e lamenti che venivano da Nic capii che anche lui stava avvicinandosi rapidamente ad un altro orgasmo. Pompavo con forza e velocemente, spingendo e prelevando a grande velocità, ogni scivolata dentro e fuori del suo corpo spediva pulsazioni elettriche, che provenivano dal mio cazzo, attraverso il mio corpo. Come risultato della sega che gli facevo, il suo culo si era stretto abbrancando con più forza il mio uccello e facendo volare il piacere, già incredibile, a nuove altezze.
“Merda Nic, sto per venire!” Bisbigliai tra gli aneliti e mi preparai ad estrarlo e finire a mano il lavoro.
Lui dovette capire le mie intenzioni, perché disse: “Voglio che tu mi sborri dentro! Voglio sentirti eiaculare dentro il mio sedere!”
“Se insisti…” Riuscii a dire, poi sentii che passavo il punto di non ritorno.
Nic venne alcuni secondi prima di me, il suo sperma caldo fu sparato fuori del suo cazzo come un colpo di pistola, proprio nel materasso sotto di lui. La mia mano fu coperta dal suo sperma in pochi secondi. Poi io esplosi sbattendo il mio uccello il più profondamente possibile e sparando il carico più caldo ed impetuoso che avessi mai sparato prima. Penso di essere stato vicino a svenire, tanto era incredibile la sensazione che mi avvolse mentre venivo dentro di lui. Era come se ogni felice ricordo e le emozioni che avevo provato improvvisamente fossero scoppiate dentro di me come un’inondazione. Mi lamentai incoerentemente mentre sperimentavo l’orgasmo più intenso che avessi mai provato, insieme all’uomo che amavo più di qualsiasi altra cosa al mondo. Quella…quella era beatitudine pura e semplice, assoluta, perfetta.
Dopo quella che mi sembrò un’eternità, finalmente sentii che il mio pene cominciava a diventare molle e lo estrassi. Quando crollai sopra il letto vicino a lui, lasciai andare anche il suo cazzo molle, permettendogli di sdraiarsi sul letto. Restammo sdraiati per un po’ coi corpi ansanti, mentre le onde di piacere diminuivano.
Dopo che ebbi recuperato abbastanza dal mio orgasmo, presi degli stracci che erano al lato del letto e ci pulimmo silenziosamente prima di tornare a sdraiarci, fianco a fianco, coccolandoci.
Lui si girò a guardarmi e mormorò: “È stato incredibile. Voglio dire, avevo usato dei dildo, ma questo era proprio… fenomenale. E ti ho sentito eiaculare dentro di me mentre io sborravo… Questo è stato qualche cosa che mai, mai dimenticherò.”
“Idem per me.” Dissi sottovoce guardando fisso negli occhi e carezzandogli i capelli. “Grazie per avermelo permesso, per avermi permesso di fare l’amore con te. Sono così, così contento che tu sia entrato nella mia vita.”
“Anch’io.” Poi si rabbuiò e disse: “Anche se tu te ne dovrai andare domani.”
Alzai la testa e mi appoggiai ad un gomito: “Beh sai, potrai venirmi a trovare ogni tanto, ora che sei un uomo a tutti gli effetti.”
Si rasserenò un poco: “Sì, hai ragione.” Poi sembrò ragionarci: “Ed io non ho ancora deciso a quale università andare il prossimo anno. Potrei decidere per dove stai tu. Così saremmo praticamente porta a porta!”
“O potresti venire a vivere da me.”
A dire il vero avevo cominciato a pensarci fin da quando mi aveva invitato alla sua festa. Il pensiero mi aveva fatto accelerare il cuore e stavo cercando il momento giusto per dirglielo. Avendo cominciato lui a parlare di andare all’università, mi sembrò il momento giusto. Ora che l’avevo detto, sentii improvvisamente come se fossi arrivato ad una svolta della mia vita. Avendomi offerto Nic la possibilità di vivere con me… tutto era cambiato.
In meglio.
Lui mi fissò, shock ed un po’ di incredulità apparvero sulla sua faccia mentre ragionava su quello che avevo detto. “Tu… tu veramente lo pensi?”
“Sì, lo penso. Nicola, io ti amo. Io voglio stare con te per sempre. Indipendentemente dalla tua scelta di università ti avrei chiesto di venire a vivere con me.” Presi le sue mani nelle mie e lo guardai negli occhi. “Ora sei un uomo Nic, e puoi prendere le tue decisioni. Cosa dici? Verrai a vivere con me?”
Capii immediatamente dall’espressione nei suoi occhi, dalla contrazione della mascella, quella che sarebbe stata la sua risposta.
Infatti non era necessario pensarci; ci poteva essere solo una risposta.
“Sì.” Bisbigliò. “Sì, naturalmente vivrò con te, e starò con te per sempre.” Poi sigillò il suo pegno con un bacio, e quando le nostre labbra si incontrarono, ebbi improvvisamente voglia di piangere. Mentre le lacrime gocciolavano giù per le mie guance, mi accorsi che anche lui stava piangendo, così lo strinsi con forza a me, ci sdraiammo uno nelle braccia dell’altro, finché non ci addormentammo.
Io mi svegliai circa alle 4 e mezza. Mi strofinai gli occhi e mi resi conto che ci eravamo separati e mi trovavo sull’estremità opposta del letto. Mi girai e lo vidi sdraiato di fronte a me ad occhi chiusi, il torace si alzava ed abbassava piano, sul viso aveva un piccolo sorriso. Lo guardai amorevolmente, le nubi che avevano coperto precedentemente la luna erano scomparse, raggi di luce bianca attraversavano la finestra e cadevano su di lui illuminandogli il corpo e facendolo brillare. Era così bello ed io mi sentii così incredibilmente fortunato ad avere una relazione con lui. Il destino sicuramente ci aveva giocato ed io ero eternamente grato al destino.
Gli carezzai delicatamente la guancia e la mascella ferita sentendo la leggera lanugine della barba che cominciava a crescere. “Ti amo, Nic!” Dissi a bassa voce: “Ti amo troppo.”
Lo sentii muoversi e svegliarsi. Aprì gli occhi e mi guardò, sorrise e rispose: “Anch’io ti amo!” Poi avvolgemmo di nuovo le braccio intorno all’altro e restammo sdraiati coi corpi pigiati uno contro l’altro, contenti ed in pace.
Mentre ero sdraiato accanto all’uomo che amavo, considerai tutto quello che era accaduto da quando avevo posato, sei anni prima, gli occhi su di lui a quel campo estivo. Molte immagini, molti pensieri e sentimenti turbinarono nella mia mente come in un caleidoscopio impazzito. Mai nei miei sogni più selvaggi avrei immaginato di essere lì in quel momento con lui. Quanto era accaduto, la maggior parte nelle ore appena passate, e senza dubbio ancora molto doveva accadere. Ma qualunque cosa fosse accaduta senza dubbio l’avrei affrontata con Nic accanto a me.
Perché saremmo stati insieme.
Sempre.
E così siamo arrivati alla fine, spero che il racconto vi sia piaciuto… e se vi è piaciuto fatemelo sapere (ma anche se non vi è piaciuto 🙂 )
Ciao