Spiaggia di Capocotta2

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Spiaggia di Capocotta2
La coppia esce dall’acqua e ritorna verso di me. Si sdraiano sui loro teli da spiaggia e mi fanno segno di avvicinarmi. Vogliono chiaccherare. Ci presentiamo, lei è Paola, lui Orlando, di Roma, sposati. Dicono di essere frequentatori abituali di quella spiaggia e di essere molto esibizionisti.Visto il clima cordiale, mi faccio un po più audace e chiedo se posso mettere un pò di crema solare a Paola. Orlando annuisce e, come se glie lo stesse ordinando, chiede a Paola di prendere l’abbronzante nella borsa da mare. Lei si gira per prendere la crema e quasi mi sfiora con il suo bel culo; mi porge la crema e si sdraia di nuovo chiudendo gli occhi. Comincio a massaggiarla con la crema e sento la sua pelle liscia, calda ed elastica sotto le mie mani. Comincio dalla pancia, risalgo fino ai seni, dove insisto a lungo, ma senza sfiorarle i capezzoli, girandoci intorno. Questi diventano turgidi ugualmente. Poi scendo a massaggiarle i fianchi e le cosce dalle ginocchia verso l’alto. Le chiedo di allargare un po le gambe e comincio a massaggiarle l’interno delle cosce. Arrivo a sfiorarle le grandi labbra ricoperte di pelo, ma non le tocco. Lei ansima di nuovo, le chiedo di girarsi. Lei docile mi porge la schiena, che inizio a massaggiare. Mi attardo sul suo bel culo sodo e sporgente. Lei spontaneamente allarga le cosce e mette in mostra il l’ano e la figa. Continuo a girarci intorno con il mio massaggio, senza sfiorarli neppure. A questo punto lei sbotta e dice: “Questa è una tortura! Fammi godere!”. Le rispondo: “Non ci penso per niente!” Lei allora fa scendere una mano verso la figa, ma Orlando, che sta al mio gioco, questa volta, con fare imperioso, le ordina di mettere le mani dietro la testa. Lei esegue. Osservo Orlando che ha un cazzo enorme. E’ eccitatissimo. Ordina alla moglie di succhiarmi il cazzo, di farlo lentamente e senza usare le mani. Lei si inginocchia davanti a me, io mi azo in piedi e lei docilmente comincia a leccarmi la cappella; poi lo fa scivolare quasi tutto in bocca. Il marito le ordina di tirare fuori la linga e di leccarmi le palle mentre ha il cazzo in bocca. Lei strabuzza gli occhi e Orlando le mette una mano sulla nuca e la spinge verso di me. Paola mi fa uno dei più bei pompini che abbia mai ricevuto! Le sborro in bocca e lei non ne lascia cadere una goccia. Ingoia tutto lo sperma. Il marito, orgoglioso, mi dice di averglielo insegnato lui. A questo punto Orlando mi dice che per loro s’è fatto tardi e che devono andare a casa. Ci scambiamo i telefoni e se ne vanno. Egli mi assicura che non la farà godere fino al giorno dopo e mi dà appuntamento per il giorno successivo aggiungendo: “Sei diventato il nostro bull!”. Il giorno seguente mi chiamano e mi dicono di raggiungerli nella loro casa all’EUR. Mi danno appuntamento per le nove di sera. Vado all’appuntamento, suono al cancello di una villetta. Orlando mi viene ad aprire. Mi accolgono in un giardino ben curato. Paola indossa un tubino nero e sandali di vernice nera con il tacco alto, lui indossa un jeans ed una maglietta polo. Ci accomodiamo in giardino. Lei si sdraia sul dondolo e comincia a far oscillare il sandalo, scoprendo le cosce abbronzate. Parliamo del più e del meno. Orlando mi confida che la sera precedente Paola ha provato a toccarsi in bagno come una ragazzina. Lui se ne è accorto glie lo ha vietato e le ha promesso una punizione. Mi chiede se ho in mente qualche idea. Dico loro che voglio pensarci un attimo. Dico di aver portato un picccolo regalo per Paola e le chiedo di tirare su il vestito. Lei si alza, porta le mani ai fianchi e fa salire il vestito. Non porta slip. Tiro fuori dalla tasca un gioiellino che ho acquistato per regalarglielo. Si tratta di un perizoma fatto di catenelle dorate attraversato da due fili di perle. Le chiedo di indossarlo per noi. Lei aggancia la catenella attorno ai fianchi e poi si passa i fili di perle fissati alla catenella tra le cosce e fa scivolare le perle attraverso le grandi labbra, quindi aggancia le perle alla catena sul davanti. Le chiedo di sedersi composta sul dondolo. Paola, a questo punto dice che le perle le tirano sulla figa, poiché si infilano tra le piccole labbra e le strizzano il clitoride. Era proprio l’effetto che volevo ottenere. La faccio avvicinare e sento che ha la figa fradicia di umori. Tiro un po il filo di perle avanti e indietro e lei geme tremando sulle gambe. Mi inchino e le lecco la figa bagnata, passando la lingua sul clitoride stretto tra i due fili di perle. Il marito ci osserva. C’è un silenzio assordante, si sente solo il respiro ansimante di Paola, che finalmente gode emettendo un urlo rauco. Entriamo in casa e ceniamo serviti da una cameriera, molto carina. Paola mi dice che non c’è problema, in quanto la cameriera è abituata a certe scene. Terminata la cena ritorno sul discorso della punizione e dico ad Orlando che più che una punizione è una penitenza. Voglio vedere fino a che punto lei è esibizionista e sottomessa. Le chiedo di spogliarsi nuda, rimanere in piedi e chiamare la cameriera. Lei esegue. Entra nella stanza la cameriera, si chiama Lorena è ungherese. Ci guarda sorpresa, le chiedo di sedersi a tavola con noi e di prestare il suo grembiulino bianco alla signora Paola. Paola lo indossa. Le chiedo di servire del vino a Lorena. Lei nuda con il grembiulino che le lascia il culo e le tette scoperte si trova a servire la sua cameriera. Lorena sorride sorpresa, ma non sembra scandalizzarsi più di tanto. Chiedo a Paola di piegarsi sul tavolo e di farsi sculacciare da
Lorena. Dieci schiaffi sul culo. Ordino a Paola di contarli. Lorena le assesta un primo schiaffo leggero. Le dico di fare più forte. Paola conta gli schiaffi, mentre il culo le diventa rosso e una lacrima di vergogna e di rabbia le cola dagli occhi. (SEGUE)

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